Il monitor in post produzione

Il monitor in post produzione ha la sua importanza.

Nell’articolo precedente, abbiamo iniziato il discorso generale sulla post produzione. Sulle prime impressioni iniziali con l’esordio del digitale. Su come impostare la fotocamera in maniera basilare per avere i primi riscontri in post produzione.

Di informazioni, in verità ce ne sono molte. Di approfondimenti, di nozioni. Ma ho evitato di creare confusione, per chi cerca informazioni di base, per cominciare un po’ di post produzione.

Dopo lo scatto c’è il famoso monitor per la post produzione, anzi per molti lo definirei, famigerato.

Eh già, il monitor in post produzione.

Partiamo dal presupposto, che anche se sei un amatore della fotografia oppure il fotografo della domenica. Se vuoi avere un minimo di riscontro per le tue foto, non basta aver preso in regalo un monitor con i punti spesa.

Oltre ad un minimo di riscontro per le foto, a livello visivo. Qualcuno ha la necessità di stampare la sua foto riuscita meglio.

In tanti anni di laboratorio fotografico. Ho incontrato diverse volte questo problema. Foto post prodotte senza il minimo sindacabile delle basi.

Il riscontro monitor in post produzione, con la stampa.

ma io a casa non la vedevo così, avete sbagliato qualcosa in stampa.

Nonostante siano passati molti anni dall’inizio del digitale. Molti sono ancora all’oscuro di alcuni concetti basilari. Innanzitutto il monitor non deve essere necessariamente di livello altissimo, ma non può essere nemmeno quello combinato all’offerta di un pc da discount.

La cosa più importante è avere un monitor per la post produzione, calibrato. Cioè tarato alla giusta temperatura colore e con contrasto e luminosità ottimizzati.

Il calibratore.

Partiamo dal presupposto di avere un monitor almeno decente, di quelli che spendendo una cifra adeguata, ti possono permettere di avere un riscontro. Io, volendo consigliare un monitor per la post produzione, senza spendere un capitale. Vi consiglio questo. Il prezzo è anche calato notevolmente (la metà). Con buona pace di chi ha un budget limitato.

Non è un monitor professionale, ma avendolo comprato come secondo monitor per affiancare il mio monitor principale Eizo. Avevo deciso di calibrarlo. E vi assicuro che il risultato è inaspettato. Il riscontro in stampa è affidabile. Una volta calibrato, risulta ben allineato, col giusto contrasto e punto di bianco.

Ha due collegamenti, uno il classico vga, l’altro in hdmi che consiglio di usare per evitare di affaticare gli occhi. Non è sicuramente un hdmi ad altissima precisione, ma questo è un bene per la post produzione.

Un monitor troppo dettagliato riduce la percezione della quantità di contrasto e sharpening da applicare in fase di post produzione. Troppo dettaglio restituito da un monitor fa sembrare una foto già bella così come viene visualizzata.

Invece la mia esperienza mi porta sempre ad avere la consapevolezza che un monitor debba essere il più possibile neutro. Un esempio di troppa definizione sono gli Imac della Apple. I display che usano queste macchine sono troppo definiti e fanno vedere quello che non c’è.

Almeno questo ci toglie dall’impiccio di sapere se un monitor di fascia bassa possa risultare idoneo. Il secondo passo è calibrare il monitor in post produzione. Questo potentissimo strumento, vi mette in condizione di avere una visualizzazione neutra.

In questo modo, tutto quello che effettuerete in fase di post produzione, avrà dei riscontri in stampa più precisi.

Ma quale calibratore comprare?

Quale calibratore comprare senza dover prendere un mutuo? Beh il minimo indispensabile è lo spider.

Il calibratore per il monitor in post produzione
Il calibratore per il monitor

Ha un prezzo contenuto, proprio per chi non vuole spendere una fortuna e ritrovarsi in linea con la propria produzione.

Naturalmente, come accennavo all’inizio di questo articolo, sono tutte informazioni di base. Vi rimando al prossimo articolo per approfondimenti più dettagliati.